COME VIENE PERCEPITA LA VIOLENZA ?

Ancora, accade nuovamente, apro il giornale e leggo cose orribili, violenza, cattiveria, aggressioni, intolleranza…insomma oramai un bollettino di sfaceli quotidiano. Oggi però leggo qualcosa che mi colpisce di più benché non sia la prima volta che inciampo in notizie simili. “Due individui pestano un ragazzo fino ad ucciderlo” , i due erano fan dei war game e praticavano arti marziali ed MMA.

Scorro rapidamente l’articolo aspettando già il medesimo attacco da giornalismo spiccio che infatti non tarda ad arrivare.  Millantano in modo sibillino che quei due individui abbiano commesso tali atrocità perchè praticavano arti marziali. La mente corre velocemente ai tempi in cui cominciai io, nel lontano 1994 circa, i tempi di Daniel Larusso ed del KobraKai, del maestro Miyagi e dell’eterna rivalità con i metodi della legge del pugno. Da che la storia sociale insegna la percezione di chi non pratica arti marziali è sempre quella :”istigano alla violenza”. Qualsiasi allievo, istruttore, atleta legga o senta una cosa simile viene colto sicuramente da un grande senso di pena e fastidio dopo tali frasi.

Oggi accade di nuovo, ancora in questo stramaledetto 2020 non è passato il messaggio giusto. Quindi mi faccio carico ben volentieri di condividere un punto di vista reale, da allieva e da ex professionista di judo e atleta amatoriale di mma per qualche anno.

Consapevolezza

Ebbene, inutile generalizzare, chi eccede nella violenza ha altri problemi a prescindere dall’attività sportiva che svolge, vero è che a volte accade che nemmeno i sensei, i maestri e gli ambienti sono sani, ed allora li problema non è l’arte marziale ma chi la insegna, ben diverso è chi lo fa con passione e professionalità. Restano ingiustificabili e condannabili gli atti commessi dagli individui. Queste poche righe per dissociare reati , violenza e malvivenza dalle discipline marziali.

Chiunque sia salito su un tatami, su un ring o in una gabbia, chiunque abbia indossato un Judogi , un Gi, dei guantoni, e abbia guardato negli occhi il proprio avversario (non nemico) sa bene cosa si prova. CONSAPEVOLEZZA, CONTROLLO E RISPETTO. Le palestre insegnano il rispetto per l’altro, la consapevolezza di poter ferire e l’autocontrollo. Le discipline orientali inneggiano al miglior uso della forza, alla difesa ed all’equilibrio. Chi sa combattere, chi sa lottare evita di farlo. Il rispetto è alla base di queste antiche discipline. Io mi ritengo fortunata, ho avuto sempre ottimi istruttori e compagni, chi non era idoneo e non si atteneva alle regole di rispetto ed educazione non restava per molto. SI combatte prima con la testa poi con il fiato ed i cuore. Mi sono sentita spesso dire frasi come :”ah allora sai picchiare con te devo stare attento”. Beh, dovremmo tutti stare attenti comunque non solo per paura di prenderle. No, se pratichi un’arte marziale la violenza non vuoi usarla. Infine, il secondo messaggio sbagliato riguarda il sesso, si perchè l’altra frase ricorrente era “ma quello è uno sport da uomini, non è femminile sarebbe meglio facessi danza”. Ulteriore limitazione, ancora nel 2020 l’anno delle grandi crisi dobbiamo assistere a giudizi simili. Certamente ci sono sport come la danza che aiutano elastictà e leggerezza, o attività che spesso inneggiano a comportamenti più femminili, detto questo, seguire una disciplina di combattimento non ha nulla a che vedere con l’orientamento sessuale o la violenza, al contrario infonde calma, l’equilibrio emotivo, il rispetto per se stessi, per le regole e per l’altro. Lo sforzo mentale nella preparazione di una gara è enorme, la responsabilità di imparare o insegnare queste discipline è molto molto importante e non è per tutti. A chi non ha mai provato, a chi addita tutti gli sportivi come violenti a chi giudica questi sport vorrei solo dare un consiglio pacifico e positivo…..

PROVATECI. anche una sola volta, una sola lezione se ben fatta vi può aprire porte interiori che nemmeno immaginate.

 

“SE VINCI NON GLORIARTI DELLA TUA VITTORIA; SE PERDI NON LASCIARTI SCORAGGIARE. QUANDO SEI AL SICURO NON ESSERE IMPRUDENTE; QUANDO SEI IN PERICOLO NON AVERE PAURA.  CONTINUA SEMPLICEMENTE A PERCORRERE LA STRADA CHE HAI DAVANTI A TE ”

JIGORO KANO.